
Scritto da:
Umberto Truscello
Nel mondo dell’innovazione tecnologica, gran parte della conversazione sull’intelligenza artificiale si concentra su strumenti generativi e demo spettacolari. Ma la vera rivoluzione – quella più concreta e silenziosa – sta avvenendo nelle relazioni tra aziende e clienti. L’AI sta ridisegnando in profondità il modo in cui i brand gestiscono l’assistenza clienti, soprattutto nel B2C, rendendola più veloce, predittiva e centrata davvero sull’esperienza dell’utente.
Secondo Gartner, entro il 2025 oltre il 70% delle interazioni con i clienti sarà gestito, almeno in parte, da sistemi intelligenti basati su machine learning, natural language processing o sentiment analysis. Questo significa che stiamo passando da un’assistenza reattiva a un’esperienza predittiva, dove i problemi vengono intercettati prima ancora di essere segnalati.
Tradizionalmente, il customer service ha seguito una logica lineare: il cliente invia una richiesta e l’operatore risponde. L’AI cambia completamente questo approccio. Oggi le aziende più evolute utilizzano modelli predittivi in grado di rilevare pattern, identificare gli intenti e analizzare il sentiment di migliaia di richieste in tempo reale. McKinsey ha stimato che questa capacità consente di ridurre fino al 20% i volumi in entrata nei canali di supporto.
Nell’immaginario comune, AI e chatbot sono sinonimi. Ma il vero impatto dell’intelligenza artificiale nel customer service si manifesta prima e dopo l’interazione diretta con il cliente. Funzionalità come lo smistamento intelligente dei ticket, la prioritizzazione automatica o i suggerimenti contestuali per gli operatori sono sempre più diffusi. Secondo Forrester, il 64% delle aziende introdurrà sistemi di automazione AI nel backend del supporto entro i prossimi 12 mesi.
Grazie all’AI, è possibile personalizzare l’assistenza in base alla storia del cliente, al tono della conversazione, all’intento implicito e persino al comportamento passato. Non è un caso che il 73% dei clienti si aspetti ormai un livello di servizio personalizzato e che il 62% sia favorevole a un coinvolgimento AI se questo migliora la qualità dell’interazione (Salesforce, 2024).
Inserire uno strumento AI nei processi aziendali è semplice. Ma creare un’infrastruttura integrata, in cui modelli predittivi, CRM, dati operativi e workflow umani lavorino in sinergia, è complesso. Gartner sottolinea che le aziende che riescono a unificare l’ecosistema AI ottengono un ROI 2,5 volte superiore rispetto a chi opera con soluzioni scollegate.
Man mano che l’AI assume un ruolo centrale nelle relazioni con i clienti, cresce l’importanza della trasparenza. I consumatori vogliono velocità ed efficienza, ma senza sacrificare comprensione e controllo. Uno studio del World Economic Forum evidenzia che il 60% delle persone preferisce interagire con aziende che spiegano chiaramente come utilizzano l’intelligenza artificiale nel supporto clienti.
Stip AI nasce per aiutare le aziende a trasformare il proprio customer service in un asset strategico. Non ci limitiamo ad automatizzare: costruiamo soluzioni intelligenti, integrate, pensate per accompagnare ogni fase del ciclo di assistenza. Dalla classificazione automatica dei ticket all’analisi del sentiment, dalla raccolta dei dati alla generazione di insight operativi, il nostro sistema permette di aumentare l’efficienza senza sacrificare il tocco umano.
Con Stip AI, Bricocenter ha ridotto i tempi di attesa del 40%, CoopVoce ha raggiunto l’85% di accuratezza nella categorizzazione automatica delle richieste e CA Auto Bank ha triplicato l’efficienza operativa degli agenti. La nostra piattaforma si integra con qualsiasi CRM e supporta tutti i canali digitali e vocali, offrendo un servizio più veloce, intelligente e realmente personalizzato.
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